
Forse in pochi conoscono "il libro nero della psicanalisi" in cui vengono svelati i falsi storici e le magagne messe su da Sigmund Freud, che rimane per noi ammiratissimo.
Fabio Terracina scrive: "Il primo anno dell'università, ero impaziente di studiare Freud, anche perché è stato grazie all'"interpretazione dei sogni" che decisi di diventare psicologo. In realtà, all'inizio avrei voluto studiare medicina e poi specializzarmi in psichiatria, ma il destino mi ha condotto lì dove sono arrivato oggi. Testi sul pensiero positivo, nel frattempo, di matrice americana, mi servivano da contraltare allo studio del profondo, tipico della psicanalisi, perché quei libri abituavano il giovane che ero a non perdere di vista la felicità, lo spirito ottimistico con cui guardare alla vita, la "superficialità", il pragmatismo e il sogno di una vta ricca e intensa, scevra di nevrosi e di fantasmi.
Un giorno venni a conoscenza di un libro che svelava i trucchi di cui Freud si sarebbe avvalso per convalidar le sue teorie ma - pensai - sopratutto per legittimare la sua creatura e ribadire il bene che le voleva: la Psicanalisi. Pensai che ogni uomo, in fondo, arrivato ad un punto della propia vita, se crede di aver fatto una scoperta, cerca in tutti i modi di proteggerla, "legalizzarla". In fondo - pensai, ironicamente - l'uomo di Vienna sarà citato, a momenti, persino sui manuali di botanica, per cui il suo nome echeggia oscuro e forte tra di noi ancora oggi e sempre".
Commenti