
Animus e Anima, direbbe Jung. E' dall'incontro tra i due poli del magnete che la vita germina e l'interiorità fiorisce.
Il bacio è il titolo di questa tela.
Abbiamo deciso d'inserire Gustav Klimt prima di introdurre i Saggi sull'arte di Freud, perché l'immagine, secondo noi, suggerisce non solo inequivocabilmente l'amore e la passione tra due amanti, ma va oltre. Il caldo abbraccio, il senso di protezione, l'affidarsi quasi reciproco, sono i presupposti di una relazione di fiducia e di affetto incondizionato, che spesso il paziente ricerca in terapia perché gli sono venuti a mancare dall'infanzia e ne ha sofferto.
"Anticamente, per nutrire il neonato" - scrive Fabio Terracina - "la madre masticava il cibo per poi immetterglielo direttamente nella bocca, agevolandone l'assunzione e l'assimilazione; quest'azione aveva quindi una funzione nutritiva, essenziale e necessaria alla vita. Con il tempo, invece, questa pratica ha perso i suoi connotati antropologici legati alla reale sussistenza della prole, acquisendo, invece, una funzione simbolica, per cui, l'incontro tra due labbra, sussiste ancora oggi attraverso il bacio degli amanti, come scambio nutritivo sublimato".
Il bacio, inoltre, rappresenta la fusione che è creatività, amore, vita.
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